Riassunto di quanto accadde nel nevoso 1263

Tutti si attendevano che i mirabolanti racconti delle imprese oltremare avrebbero monopolizzato il banchetto. Gli eroici esploratori avevano pure riportato ricchezze, piante e frutti della terra dal Nuovo Mondo, persino un nativo Nivicara, preso al suo seguito dalla Basilissa Desdemona Alcestidi. In realtà, dopo un piccola euforia iniziale, tanto i reduci quanto i locali dovettere ammettere a sé stessi che avevano ben altro per la testa e le suggestive storie delle terre lontane non scaldavano il cuore degli uni, né facevano breccia in quello degli altri.

No, era il presente, e il futuro, delle Terre Spezzate a tenere banco. I reduci poterono aver conferma delle voci giunte nel nuovo continente, e udirne il seguito: venti di rivolta soffiavano su tutto il vecchio mondo!

I bruti del deserto si erano radunati alla guida di Esone degli Agoni e stavano prendendo il controllo, lega dopo lega, di una porzione crescente delle terre di Meridia e ci si attendeva che presto avrebbero contestato il potere di Temistocle.

Il Regno delle Acque viveva un lacerante dissidio interno tra i fieri Pitti, pronti a sfidare l'alleato Re Edoardo per le sue pressioni religiose, e i più moderati Eredi e pare che solo la mediazione di sire Galdor, uscito dall'ombra in cui si era ritirato da tempo, stesse evitando il peggio.

Il Re, in realtà, aveva già i suoi grattacapi con Alarico d'Urso, che si era giocato il tutto per tutto approfittando della dipartita oltremare di molti armati e dignitari per sferrare un colpo disperato all'eterno nemico... senza successo, per fortuna della Rosa (si dice, grazie al coraggio degli abitanti di un piccolo baluardo di campagna sulla Strada del Re, che respinsero un cruciale colpo di mano brumiano volto a tagliare i rifornimenti all'armata reale). A quanto pareva, proprio in quei giorni i Paladini del Re stavano ricacciando le schiere ribelli oltre Passo Tempesta.

E Venalia? La placida e ricca Venalia? A prima vista poteva sembrare rimasta indenne dalle turbolenze che affliggevano il vecchio mondo.. ma fu proprio il destino di Venalia al centro degli eventi che i partecipanti al banchetto poterono testimoniare. Mentre ai margini si consumavano piccoli e grandi drammi personali, affari loschi e regolamenti di conti, le personalità più importanti e i loro seguiti giocarono una sottile partita a scacchi per il controllo del trono della Vela. Il triumvirato di baroni che aveva preso il potere in assenza della Basilissa non sembrava affatto intenzionato a cederlo e puntava a soggiogare la principessa con il ricatto, se non fosse bastata la persuasione. I numeri sembravano a loro favore: il controllo dell'esercito e della flotta, una truppa mercenaria, persino i maghi de La Spina. Ma la Vipera Bianca giocò al meglio le sue carte e con l'aiuto dei suoi fedelissimi disinnescò tutte le trappole che i tre avevano steso sul suo cammino e portò molti dei loro dalla sua parte.

A quel punto, con grande sorpresa di tutti, il Re in persona fece la sua comparsa! Con la scusa di dare il benvenuto ai reduci, era chiaro che volesse dare un segnale di forza, di avere la situazione sotto controllo. Beh, i presenti non mostrarono particolare soggezione: tutta gente che ne aveva viste di cotte e di crude, i dignitari piuttosto lo "assalirono" presentandogli il conto di tutte le contraddizioni e i rancori cresciuti negli ultimi mesi. Che si fosse autoproclamato Tetrarca, che si vociferasse che voleva allungare le mani sul seggio di Corona del Re, che stesse eccedendo nel punire i popoli del Nord estremo per la loro riottosità. Cocciuto e fiero, Edoardo tenne botta, ma di fronte all'evidenza di aver scontentato così tanti suoi vassalli, il vecchio guerriero cedette terreno per non andare incontro ad altre rivolte. Promise di indire un concilio per l'elezione del nuovo Tetrarca e rassicurò, sulla parola, di non avere pretese su Corona. Desdemona fiutando la belva all'angolo colse la palla al balzo e presentò il suo caso. Il Re, che in realtà contava sul triumvirato come un interlocutore più benevolo, non si sentì di affrontare anche questa battaglia e concesse che lo status quo doveva essere ripristinato.

E così, mentre i convitati si allontanavano verso le proprie case, chi mestamente guardando a una ridda di problemi ad attenderlo, chi trionfante e con le tasche piene d'oro, gli ex triumviri venivano congedati e ringraziati per i loro servigi con la nomina ad ambasciatori nelle terre più lontane e ferali da una raggiante Basilissa, che poteva, infine, riaccarezzare il suo scettro.



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